martedì 10 luglio 2012

La pazienza del pomodoro

Una premessa e' d'obbligo.
Sono nato cittadino (cioe', in un ambiente urbano. In questo caso mi riferisco al luogo di nascita, piuttosto che alla mia partecipazione civile - quella che descrivevo qui).

A volte, questo puo' essere un vantaggio.

Diceva Piero Dorfles (critico letterario) quando qualcuno gli confessava di non aver mai letto (ad esempio) "Il nome della rosa":

"Sei fortunato, perche' hai la possibilita' di leggerlo per la prima volta".

Cosa intendo dire?
Che essendo nato tra i palazzi e il cemento, riesco ancora a stupirmi dei miracoli della natura, per quanto siano scontati e ripetitivi.

Oggi stavo innaffiando le piante che tengo pronte in giardino per i prossimi attacchi (oleandro, belledinotte, lilla', albicocchi, gelsomini....) quando ho notato una pianticella di pomodoro che sta crescendo ai bordi del prato.

L'anno scorso, in quel punto, ho posizionato un vaso con una pianta di pomodoro. Evidentemente, qualche frutto caduto ha sparso i semi.

Trovo sorprendente che quei semi abbiano atteso un anno intero, aspettando che la neve epocale caduta quest'inverno si sciogliesse, prima di germogliare.

Allo stesso modo, ho notato sotto l'abete, alcune piccole piante di prezzemolo, che avevo seminato circa due anni addietro (senza sapere che gli aghi secchi rendono il terreno talmente acido da impedire la crescita di buona parte delle piante).

Meravigliato da cotanta tenacia, ho inforcato la bicicletta per esplorare la Calabria Vecchia (la strada di campagna dietro casa) e scoprire cosa la natura riesce a fare nonostante l'afa.

Ho notato tra le erbe, una pianticella con piccoli e graziosi fiori gialli che ho deciso di battezzare "acetosella giallina" anche se non ho idea di come sia fatta l'acetosella. Pero' mi sembrava un nome adeguato.

Vorrei provare a raccoglierne qualche esemplare per vedere se riesco a trasferirlo nelle aiuole di Quarto.
Appena passato questo caldo africano, mi daro' da fare.

La pianta del pomodoro




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