sabato 9 giugno 2012

Cittadini - Citizens

Un mio conoscente, mentre parlavamo di impegno sociale e di guerrilla gardening, ha notato che uso spesso il termine "cittadino".

E' vero.
Anzi, se avesse ascoltato bene, avrebbe persino avvertito che lo stavo pronunciando con la C maiuscola.

Ricordo quando mio nonno, uomo di campagna, mi faceva notare che io, del ciclo delle piante e della terra, non sapessi nulla. Non per mia colpa. Semplicemente, ero un cittadino.

Ecco, mio nonno, probabilmente, identificava un cittadino in colui che viene dalla citta'. Uno che ha paura di infangarsi il bordo dei pantaloni nuovi e che, se prende un rastrello o una zappa, il giorno dopo piangera' per le vesciche che gli sono scoppiate sulle mani.

Ammetto che non mi ha mai pizzicato nel vivo. Era come se dicesse una cosa lontana anni luce dalla mia realta'.

Sarebbero dovuti passare parecchi anni, prima che nascesse, in me, una consapevolezza diversa.
Non e' stato il giardinaggio d'assalto, sia chiaro, a cambiare la mia visione della cosa.

Fu uno spettacolo (meraviglioso, come lo sono tutti) di Marco Paolini visto in televisione, in religioso silenzio.
Per assurdo, non rammento nemmeno di quale spettacolo si trattasse: ricordo solo che era a Taranto, in un cantiere navale, tra decine e decine di container di tutti i colori.

Marco Paolini, in molti dei suoi spettacoli, spesso si rivolge agli spettatori chiamandoli "Cittadini" con un modo di fare che a me fa pensare alla Rivoluzione Francese.
Ma quello fu anche il primo spettacolo (o almeno, il primo che vidi io) in cui Paolini, una volta "calato il sipario", restava sulla scena per parlare ed interagire col pubblico.
E ricordo che provai un brivido quando chiese ai presenti:

"Cosa significa per voi, fare manutenzione del vostro Paese?"

Fu da quel giorno che capii di essere un Cittadino, con la C maiuscola.
Da allora, io ho deciso di fare manutenzione del mio Belpaese.

I modi per farlo, ho scoperto, sono infiniti: buttando una cartaccia nel cestino dei rifiuti, fermandoti alle strisce per far passare un pedone rallentando diversi metri prima, pagando il biglietto dell'autobus, lasciando libero il parcheggio per gli invalidi....

Sono tutti gesti quotidiani di civilta' che, secondo me, contribuiscono non poco alla salvaguardia della nostra povera Italia.

A questi, io ho aggiunto il guerrilla gardening.

Vivere in un agglomerato urbano, forse, puo' bastare a malapena a farti essere un cittadino. Uno che viene dalla citta', cosi' come lo intendeva mio nonno.
Ma per sentirsi Cittadino, bisogna diventare parte attiva della vita del proprio paese.

Questo (mi piace ripeterlo), non per inefficienze delle amministrazioni o degli enti preposti. Piu' semplicemente, perche' vivo la citta' come fosse un'estensione di casa mia.
E allora, se a me piace tenere il pavimento della camera da letto pulito, non vedo perche' non debba tenere lo stesso atteggiamento per il marciapiede che percorro tutti i giorni per portare mio figlio a scuola.
E quando, passando nei pressi dell'ufficio postale, mio figlio indica il vaso dei gigari dall'altra parte della strada gridando "lili....papa'" (che nel suo vocabolario significa "i fiorellini che ha messo papa'"), io capisco di aver fatto manutenzione.

Se siete d'accordo con me, da oggi, fatevi correre un brivido lungo la spina dorsale, quando sentirete pronunciare la parola "Cittadino".

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Me and a friend of mine we were talking about social commitment and guerrilla gardening, when she noticed that I often use the term "citizen".

It 's true.
Indeed, if she had listened carefully, she even felt that I was speaking with a capital letter.

I remember when my grandfather (he was a farmer) pointed out that I didn't know anything about the cycle of the plants and of the land. Not my fault. Simply, I was a citizen.

Probably my grandfather considered a citizen is he who comes from the city; one who is afraid to mud the hem of his new trousers and who, if he uses a rake or a hoe, will weep for blisters erupted on his hands on the day after.

I admit that I have never felt to be touched in my bare flesh. It was as if he was talking about something light years away from my reality.

Several years had to pass before a different awareness was born, in me.
It was not the guerrilla gardening to change my outlook on things.

It was a show by Marco Paolini seen on television, in silence.
Ironically, not even remember what a show it was: I only remember that it was shooted in a shipyard, among dozens and dozens of coloured containers.

In many of his shows, Marco Paolini, often speak to the audience calling them "citizens" with a way of doing that makes me think of the French Revolution .
It was also the first time I saw him, once "the curtain fell" to remain on the scene to talk to and interact with the audience.
And I remember I felt a thrill when asked those present:

"What does it mean to you to do maintainance of your Country?"
as he was talking directly to me.

It was from that day that I knew to be a Citizen, one with a capital letter.
Since then, I have decided to take care of my beautiful country.

I discovered that the ways to do that are endless: to throw a waste paper into the trash can, to stop several meters before of the pedestrian lines to let someone to cross the road, to pay the bus ticket, to leave free the parking space for the disabled....

They are all daily gestures of courtesy which, in my opinion, contribute greatly to the preservation of our poor countries.

To these, I have added the guerrilla gardening.

Living in an urban area, perhaps, can barely make of you a citizen. One that comes from the city, so as my grandfather meant.
But to feel yourself as a Citizen, you have to become an active part of the life of your Country.

I do that (I like to repeat it), not because of inefficiencies in administrations or agencies. More just because I live the city as if it were an extension of my home.
And then, if I like to keep the floor of the bedroom tidy, I do not understand why I shouldn't have the same attitude for the sidewalk I walk every day to take my son to school.
And when, passing near the post office, my son indicates the pot with the marigolds shouting " 'lowers dada...." (which in his vocabulary means "the flowers that daddy has planted") , I understand I have made my part of maintenance.

Now, if you agree with me, let a shiver run down your spine, when you hear the word "Citizen".

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