sabato 16 giugno 2012

Autorizzazione a procedere

Il caldo sta diventando soffocante.
Non so a quanti gradi siamo arrivati, ma le mie ascelle parlano da sole.

Ieri, nel fare il giro delle aiuole (con figlio rigorosamente in braccio: ora, va bene l'educazione civica, ma almeno potresti fare due passi a piedi, Topinambur!), ho notato che le zinnie dietro la chiesa (a differenza di quelle in Via Gramsci) stentano a venir su. Eppure, le ho persino piantate prima.
Certo, l'ambiente e' completamente diverso: in un caso, una grossa aiuola erbosa, nell'altro uno spartitraffico dalla terra dura e compatta che ho dissodato a fatica.

La cosa strana, e' che avevano preso uno slancio non indifferente.

Eppoi, nonostante si tratti di piante da pieno sole, sembra abbiano cominciato a soffrire la siccita', benche' abbia piovuto discretamente, nei giorni precedenti (postilla: ricordero' che questa primavera-estate e' stata abbastanza piovosa grazie ai giorni in cui non mi sono dovuto preoccupare di trascinare 17 chili da una parte e 15 in spalla dall'altra).

Allora oggi ho posizionato due veli di tessuto-non-tessuto a fare una specie di frangisole. 
Fortunatamente, non avevo buttato via i sassi che erano risaliti in superficie zappettando lo spartitraffico, ma li avevo accumulati da una parte pensando che in qualche modo mi sarebbero tornati utili. E cosi' li ho utilizzati per fermare il TNT.
Lo ammetto, l'aspetto non e' proprio elegante ma, fino a quando le giovani pianticelle non avranno abbastanza forza da resistere ai raggi cocenti del sole, ho intenzione di tenerle al riparo.

Mentre facevo tutto questo, e' passato Don Camillo.
In realta' non e' ne' prete, ne' si chiama Camillo ma io e mia moglie chiamiamo cosi' il signore che e' venuto a farci il corso pre-battesimo per nostro figlio (postilla: io l'avrei evitato molto volentieri. Il battesimo, intendo ma sapete come sono fatte le donne....)
Insomma, Don Camillo, che e' il fratello della signora che abita nella canonica (a questo punto, mi piace pensare si chiami Perpetua!) si e' accostato e, complimentandosi per l'iniziativa lodevole, mi ha detto:

"Lo sa che li' dietro c'e' l'acqua, se vuole innaffiare?", indicando il rubinetto alle spalle della chiesa dove bevono i ragazzi che giocano a calcio.

Certo che lo so, ho pensato, e' proprio li' che prendo l'acqua tutte le volte, senza aver mai chiesto il permesso a nessuno!
Ma ovviamente ho fatto finta di essere sorpreso e ho ringraziato di tutto cuore per questa piacevole autorizzazione a servirmene.

Ora dovro' spiegare a mio figlio (di due anni) che non e' piu' necessario mettere il dito dritto davanti al nasino e fare "Shhhhh!", quando andremo a rubare il prossimo secchio di acqua!!!



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