giovedì 19 luglio 2012

Riassunto delle puntate precedenti

Con il caldo che piega le piante e gli umani, non e' certo tempo per nuove piantumazioni ne' di semine.
E' arrivato - come promesso - il momento di tirare le fila e vedere cosa ha funzionato e cosa no in questa "collezione primavera-estate 2012".

Di certo, la piu' grande soddisfazione e' aver coinvolto alcuni Cittadini nella cura delle aiuole e dei vasi di Quarto Inferiore.
Tuttavia, per il prossimo anno (almeno per quanto riguarda il periodo primaverile), e' opportuno affilare le armi e la mente.

Ad esempio, sono stati un completo fallimento i gigari raccolti dalla Calabria Vecchia.
Solo uno, di quelli piantati nel vaso davanti l'ufficio postale, ha tentato di mettere fuori un abbozzo di spadice, senza peraltro arrivare a mostrare la tipica spiga rossa.
La prossima volta, dovro' fidarmi maggiormente dei Sacri Testi del giardinaggio: i gigari sono piante da sottobosco e il vaso in questione, sta tutto il giorno al sole. Il fatto che crescano lungo i campi della Calabria Vecchia, non vuol, dire che siano destinati a "spigare".

Se le due aiuole di via Gramsci sono, in questo momento, un tripudio di girasoli, altrettanto non si puo' dire per quelli piantati in via Monti e dietro la chiesa. Probabilmente, il terreno e' davvero ostile e cosi', i poveretti, sono rimasti piuttosto piccolini.

A proposito dei girasoli.
Aderire alla Giornata Internazionale del Girasole (il 1 maggio) non e' una buona idea, da queste parti.
La semina e' troppo tardiva. Lo dimostrano i campi di girasoli che - seppur arati, concimati e regolarmente irrigati - erano in pieno splendore quando i miei ancora lottavano contro la siccita' per mettere fuori le prime foglie.
L'anno prossimo, credo che rispettero' maggiormente il calendario: a fine febbraio-inizio marzo, comincero' a seminare.

Purtroppo, il girasole -per sua natura - quando e' nel pieno splendore, inizia a ingrigire e a seccare le foglie.
Sto valutando ancora se lasciare che i semi maturino, ma i girasoli con il capo chino che seccano al caldo del sole, mi hanno sempre dato un'infinita tristezza.

Seppure i gladioli si sono e si stanno comportando bene, mi hanno in parte deluso.
Devo ammettere la mia ignoranza: non sapevo nemmeno come fossero fatti, prima di interrare i bulbi.
Quando hanno iniziato a fiorire, non ho potuto fare a meno di notare che sono i fiori che si usano per le corone ai funerali. Inoltre, la loro fioritura e' davvero effimera.
Di buono c'e' che, se tutto va bene, dovrebbero comportarsi da piante perenni.

Nulla da dire sulle pervinche: in piazza Bagneres de Bigorre stanno resistendo nonostante i cani.
In realta', pur avendole piantate per tappezzare le buche d'albero, mentre crescono hanno un aspetto abbastanza disordinato. Cosa che non avevano, in principio, quando le ho messe a dimora.
A questo punto, e' imperativo eseguire manutenzione per non vedersele segar via dal servizio giardini.

Sono molto soddisfatto, invece (e come poteva essere altrimenti?) dei topinambur. Abituati alla siccita', stanno crescendo rigogliosi. E visto che si tratta di infestanti, mi aspetto che l'anno prossimo le aiuole dove li ho messi saranno tappezzate di giallo.
Dovro' solo ricordarmi di potare le piante una volta seccate, visto che sono davvero bruttine.

Gli oleandri stanno bene. Con il tempo, saranno abbastanza grandi da non richiedere piu' innaffiature. Mi piace l'idea che, fra qualche anno, mio figlio possa indicarli sapendo che li ho piantati io.

Infine, una riflessione che potra' interessare (piu' del resoconto delle varie aiuole) altri giardinieri d'assalto.

Ho rivalutato molto l'opzione dei semi.
Certo, l'impatto immediato e' praticamente nullo (una persona, nel guardare le foto di una delle aiuole, dissodata, diserbata e riseminata, ha detto "Giardino zen?") mentre le piante adule, magari fiorite, risaltano subito all'occhio ed essendo gia' grandi, possono sopportare qualche giorno di siccita'.
Coi semi, invece, si ha a cuore la buona riuscita dell'operazione, si e' costretti ad innaffiare con una tale regolarita' che i cittadini non possono non notarti.


E cosi', un giorno via l'altro, finisci col salutare la signora che porta a spasso il cane o il nonno che porta il nipotino ai giardinetti.
Fino a che succede il miracolo e qualcuno prende in mano un tubo e inizia ad innaffiare.

A questo punto, mi limitero' all'innaffiatura, mentre crescono, all'ombra del glicine in giardino, altre numerose piante che non aspettano altro che un clima un po' piu' mite, prima di essere liberate.

Nessun commento:

Posta un commento