martedì 27 marzo 2012

Operazione Oleandro Furioso

Quando eravamo al mare e stavamo mangiando, se qualcuno passava salutandoci, mio padre ne approfittava subito per sfoggiare la miglior battuta del suo repertorio:
"Gradisci una forchettata?"
La diceva, ovviamente, brandendo la forchetta come un'arma....

Si', lo ammetto: non e' una gran battuta.

Oggi, ho avuto il piacere di usare per la prima volta un forcone e ho capito che e' uno strumento indispensabile.
Ho sempre creduto che servisse a caricare la paglia sui carri e invece....

La zona di attacco e' alle spalle della chiesa di Quarto, praticamente a ridosso dell'aiuola dell'Operazione Discarica Abusiva.
Si tratta di una lunga striscia di erba-terra-nulla che divide il parcheggio dalla via Badini.
Non ci sono molti abitanti, da quelle parti, ma il continuo via vai e il fatto che la domenica, tra partite di pallone al campetto parrocchiale e la messa, mi ha convinto che potesse essere un buon posto per farsi notare.

Prima di partire all'assalto, ho fatto un giro di perlustrazione con vanga e zappetta: non volevo correre il rischio che anche quello spartitraffico fosse poco profondo.
Verificato che di terra, sotto, ce n'e' in abbondanza, sono tornato con vanga (e' stato mio suocero a dirmi quale era), forcone, zappetta e una pianta di oleandro che ho ottenuto - fortunosamente, devo ammetterlo - da una talea dell'anno scorso.

All'inizio, lavorare col forcone m'e' sembrato assurdo: piantavo i denti in profondita' e non riuscivo a rigirare nemmeno una zolletta. Poi, mi sono reso conto che stavo spezzando le radici dell'erba. A quel punto, lavorare di vanga e' stato molto piu' agevole e, dopo aver rimosso un mattone interrato, sono riuscito a scavare una buca abbastanza grossa da mettere giu' il mio oleandro.

Per evitare che alla prima rasatura, gli operai del comune trincino via l'oleandrino con i toaserba, ho tagliato per il lungo una bottiglia di plastica e l'ho messa intorno all'alberello, interrandola per meta'.
Poi ho posizionato la nuova versione del cartelluzzo (guardandola, si capisce subito che al momento ho a che fare con biberon e pannolini!) e il solito recintino con rami tagliati e lo spago in duplice fila.

Mentre annaffiavo la pianta, un vecchietto mi ha fatto i complimenti e mi ha augurato che i bambini non la distruggano.
Ho avuto la tentazione di chiedergli:
"Gradisce una forchettata?" ma credo non avrebbe favorito.
In realta', temo di piu' i ladri: sradicare un oleandro appena piantato non e' poi cosi' difficile.

A breve, troveranno dimora anche gli altri due oleandri che ho in giardino (anche quelli frutto di talee fatte con un ramo in un bicchiere d'acqua).

Sotto a chi tocca!!!


PS: non dite a mio padre che le sue battute non fanno ridere. Non si sa mai come possono reagire gli anziani....

La lunga striscia di erba-terra-nulla
Lavoro finito!

Contro la manutenzione selvaggia


Toh! Un cartelluzzo!


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